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 Psicologia

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Demian
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MessaggioTitolo: Psicologia   Psicologia I_icon_minitimeMer Lug 23, 2008 12:39 am

Diamo anche qui una definizione e un piccolo accenno storico di questa scienza relativamente nuova, che tutt'oggi é ancora in crescita e propone sempre nuovi studi Smile

Psicologia

La psicologia è la disciplina che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali. Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.

Attualmente la psicologia è una disciplina composita, i cui metodi di ricerca vanno da strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da strettamente individuali (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale) a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: la psicologia del lavoro che impiega i cosiddetti "gruppi focali"). Queste diversità di approccio hanno causato un proliferare di discipline psicologiche e di matrici culturali che tendono a sostenere punti di vista diversi.


Etimologia e nascita del termine

Il termine "psicologia" deriva dal greco psyché (ψυχή) = spirito, anima e da logos (λόγος) = discorso, studio. Letteralmente la psicologia è quindi lo studio dello spirito o dell'anima. Il significato del termine rimase immutato dal XVI secolo fino al XVII secolo, quando assunse il significato di “scienza della mente”. Negli ultimi cento anni, il significato di tale termine è cambiato ulteriormente e in modo significativo, adeguandosi alle nuove prospettive e alla moderna metodologia. È interessante segnalare che iconograficamente psyché (ψυχή) può essere interpretato come farfalla: molte decorazioni di antichi vasi greci raffigurano con l'immagine di una farfalla l'anima che esala nell’istante della morte.

Il termine "psicologia", nella forma latina psichologia fu probabilmente introdotto nel 1520 dall'umanista Filippo Melantone, nei cui scritti comunque non compare. Il termine appare invece (nella forma greca psychologia) nelle opere dei suoi discepoli Rodolfo Goclenio (Psychologia, hoc est de hominis perfectione, 1597) e Otto CassMann (Psychologia anthropologica sive animae humanae doctrina, 1594). Recenti ricerche hanno tuttavia individuato un uso più antico del termine nell'umanista dalmata Marcus Marulus (Psychologia de ratione animae humanae, 1511-1518), sebbene non sia chiaro il significato con cui veniva utilizzata tale parola.

Il termine "psicologia" divenne popolare nel Settecento, grazie al tedesco Christian Wolff che lo utilizzò per intitolare due sue opere: Psychologia empirica (1732) e Psychologia rationalis (1734). Con queste opere Wolff inaugurò la distinzione fra psicologia empirica e psicologia filosofica: la prima cercava di individuare dei princìpi che potessero spiegare il comportamento dell'anima umana, mentre la seconda indagava sulle facoltà dell'anima stessa. Successivamente, Kant criticò la distinzione di Wolff, negando la possibilità che potesse esistere una psicologia razionale. Kant, comunque, accettò la validità della psicologia empirica, anche se non la considerava scienza esatta, per il fatto che era impossibile applicare la matematica ai fenomeni psichici, mancando ad essi la forma a priori dello spazio. Grazie a Kant si posero le prime basi di una psicologia non più puramente filosofica, ma costruita con criteri empirici.


Evoluzione storica

La storia della psicologia come disciplina a se stante viene generalmente fatta iniziare alla seconda metà dell'Ottocento, quando l'indagine psicologica si aprì alle metodologie delle scienze naturali. Vi è comunque da sottolineare come la psicologia odierna sia legata strettamente agli oggetti di indagine che, da Aristotele e poi nel Medioevo su su fino al secolo XIX, sono rimasti quasi sempre gli stessi: la percezione che l'uomo ha del mondo, la ritenzione dei ricordi (memoria), la sua capacità razionale (l'intelligenza). Ed anche l'antica suddivisione della mente in facoltà, rivive sostanzialmente inalterata nella moderna suddivisione in processi mentali.

Nel XX secolo si è andati incontro ad un fiorire di prospettive e visioni della psicologia assai diversificate fra loro, sia sul piano metodologico sia sul piano speculativo: si è passati dallo strutturalismo al funzionalismo, dal comportamentismo al cognitivismo, dall'epistemologia genetica alla scuola storico-culturale, ed ancora, dal cognitivismo HIP al cognitivismo realista, fino ad arrivare alle attuali neuroscienze.


L'oggetto di studio della psicologia

La psicologia, come esemplificato dalla definizione iniziale, studia i processi mentali e i comportamenti.
I processi mentali, in psicologia, si possono suddividere in due ampie categorie: processi cognitivi e processi dinamici.

I processi cognitivi sono quei processi che permettono ad un organismo di raccogliere informazioni sull'ambiente, immagazzinarle, analizzarle, valutarle, trasformarle, per poi utilizzarle nel proprio agire sul mondo circostante.

I principali processi cognitivi sono la percezione, l'attenzione, l'intelligenza, la memoria, l'immaginazione, il pensiero, il linguaggio, la coscienza.

I processi dinamici sono quei processi mentali non riconducibili a meccanismi biologici e a processi fisiologici, i quali sono riconducibili ad una personalità integrata, caratterizzati da una continua interazione e non sono definibili come apparati statici.

I principali processi dinamici sono: il bisogno, la pulsione, l'attaccamento, l'emozione, la motivazione, la personalità.
Processi mentali che non rientrano nella classificazione precedente perché differenti e più complessi sono: la sensazione, l'opinione, l'atteggiamento, il comportamento manifesto.


Fonte: www.wikipedia.org
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