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 La Religione

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Demian
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MessaggioTitolo: La Religione   La Religione I_icon_minitimeDom Lug 20, 2008 4:59 pm

Che cos'é la religione?
Prima di cominciare a parlarne, diamo una piccola definizione di cosa sia, in maniera da poter avere una base comune da cui partire:

Una religione è un complesso di credenze, comportamenti, atti rituali e culturali, mediante cui un gruppo umano esprime un rapporto con qualche ordine soprannaturale o realtà ultraterrena. Una religione contiene sistemi di valori e significati che investono la condizione umana, l'esistenza, l'ordine cosmico, e spesso altri aspetti della vita. Le religioni sono sempre in qualche misura istituzioni sociali, cioè sono condivise, dotate di regole e strutture sociali ordinate, dove singoli individui sono spesso designati a qualche ruolo o prerogativa collegate alla prassi religiosa.

Etimologia
Il termine religione deriva dal latino relìgio, la cui etimologia non è del tutto chiarita: secondo Cicerone, la parola deriva dal verbo relegere, ossia "rileggere", intendendo una rilettura degli eventi naturali come opera di entità soprannaturali.

Invece Lattanzio, ripreso da sant'Agostino, sostiene che la parola deriva da un altro verbo: religàre, cioè "legare, vincolare", nel significato di legare l'uomo alla divinità. Religàre può indicare anche l'idea di vincolare gli uomini nella comunità, sotto le stesse leggi e lo stesso culto.

Altre possibili etimologie, benché meno probabili, fanno risalire la parola ai verbi relegàre ("allontanare, dividere", che sottolinea la separazione tra le cose sacre e profane), religere ("considerare diligentemente" gli dei), e re-eligere (scegliere ancora, effettuare una nuova scelta).


Definizione
Anche sulla definizione del termine religione vi sono notevoli diversità tra le proposte dagli studiosi. Indicativamente possono essere delineate due definizioni generali: in senso stretto, la religione si riferisce al rapporto tra l'uomo e una o più divinità. Corrisponde alla definizione del senso comune di religione. In tal modo però non viene considerata religione il buddhismo primitivo. In senso lato, la religione viene intesa come via di salvezza naturale e/o soprannaturale: questo includerebbe anche le "religioni atee" come appunto il buddhismo primitivo, ma renderebbe indefinito il confine semantico del termine permettendo di inglobare in esso fenomeni come la magia o anche il comunismo, solitamente non considerate religioni vere e proprie. Il problema infatti nasce dal rapporto stretto tra il concetto di "religione" (nel senso agostiniano di "legare") e quello di "ideologia" in senso marxiano. Era stato infatti proprio Karl Marx che sia in La sacra famiglia (1845), sia in La miseria della filosofia (1847) aveva definito ideologia la religione cristiana come strumento borghese di indottrinamento delle masse ai fini di controllo e dominio sulle masse popolari e ignoranti. Anche su questa tesi nasce la dottrina di Marx ed Engels che questi definì "materialismo storico", dove la coscienza delle masse è l'insieme delle "credenze" in esse inculcate dal potere borghese.

La religione comprende in ogni caso elementi che possono essere collocati su tre livelli:

- soggettivo o noetico o intellettuale: credenze (o dogmi, nella tradizione cristiana) di natura filosofica, etica e metafisica riguardanti il cosmo, l'uomo, la divinità;
- oggettivo o pratico: riti-culti privati o collettivi che devono essere seguiti per garantire un adeguato legame tra l'uomo e la divinità;
- sociale o etico-morale: obblighi e divieti (ad esempio i dieci comandamenti nella tradizione giudaico-cristiana) codificati e tramandati entro il contesto sociale che regolano i rapporti tra gli individui.

Alcune religioni (ad esempio i tre grandi monoteismi) sono dette "rivelate" in quanto si ritengono depositarie di una rivelazione e spesso adottano dei testi sacri nei quali sono comprese tutte o parte delle rivelazioni divine.

Un'altra importante distinzione è quella tra religioni nazionali o etniche, diffuse esclusivamente o prevalentemente all'interno di un determinato gruppo etnico-sociale (ad esempio Ebraismo, Induismo) e religioni universali, caratterizzate da una spinta missionaria più o meno marcata (ad esempio Cristianesimo, Islam, Buddhismo).


Classificazione

Una prima classificazione delle religioni, in base al numero e alla qualità della divinità, può essere la seguente:


Monoteismo
Per monoteismo (dal greco μόνος (monos)= unico, solo e θεός (deos) = dio) si intende la fede in una sola divinità identificata con il termine Dio. È noto che spesso si è avuta un'evoluzione da un culto di tipo enoteistico, dove i fedeli accettano l'esistenza di altri dei stranieri, ma adorano solo ed esclusivamente il loro dio, a quello monoteistico.


Politeismo
Il politeismo è un tipo di religione e di culto in cui il credo si fonda sulla devozione o l'adorazione di più dèi o divinità, posti o meno sullo stesso piano di importanza. Il termine deriva dalle parole greche poly+theoi, letteralmente "molti dèi". Il dualismo si riferisce a quelle religioni che, nonostante considerino principalmente due divinità (a questo gruppo si può ricondurre soprattutto il Manicheismo, derivazione dello Zoroastrismo) e riconoscano come principi separati il bene e il male, considerano il male non altrettanto divino. Possono, quindi, considerarsi a tutti gli effetti religioni monoteiste.


Enoteismo
L'enoteismo è una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo in cui viene venerata in particolar modo una singola divinità senza tuttavia negare l'esistenza di altri dei accanto ad essa. Un termine forse più esatto per definire la preferenza di un culto riservato a una certa divinità, rispetto a un restante pantheon più o meno ampio, è monolatria. Ne sono un esempio i culti misterici, la religiosità araba preislamica o le devozioni particolari di alcune città nei confronti di una divinità specifica. L'Induismo, in gran parte delle sue correnti, è un esempio importante di culto enoteista: vede al suo vertice una trinità (trimurti) quale divinità maggiore, affiancata da un complesso ed esteso politeismo.


Panteismo
Il panteismo (dal greco παν-(pan) = tutto, completo. θεος (deos)= dio/divino) letteralmente significa "tutto è dio/divino". Normalmente questo si collega alla convinzione che Dio sia coincidente con tutto l'esistente, l'intero universo o la natura. Le forme di panteismo (spesso anche quelle di animismo) normalmente non ammettono che gli aspetti trascendenti della divinità o della realtà siano considerati separatamente da quelli immanenti (concreti). Il panteismo è una visione religiosa sostenuta individualmente da molti grandi filosofi, ma le religioni vere e proprie – in quanto sistemi di "riti e comportamenti" condivisi da gruppi di persone – con impostazione puramente panteistica, sono relativamente poco frequenti. Forme di religiosità panteista si ritrovano anche in correnti mistiche derivate da grandi religioni, o in vasti movimenti sincretici come la New Age. Il Taoismo è un esempio di religione dall'impostazione prevalentemente panteistica.


Animismo
L'animismo o ilozoismo è la forma di religiosità che attribuisce un principio vitale ("anima") ad esseri od oggetti materiali (in molti casi le fedi animistiche attribuiscono virtualmente tale qualità ad ogni oggetto o realtà esistente). Queste forme di religiosità sono state considerate "primitive" per il fatto che sono prevalentemente culti antichi originari di popolazioni e civiltà senza stato. Tale giudizio è oggi completamente superato. Una religione viene definita animista quando si fonda sul culto di entità incorporee che animano il mondo, e attribuisce "anima" a cose immanenti. Può esservi una dottrina che spiega o descrive ogni fenomeno della vita trovandone causa e origine nell'anima, cioè nello spirito vitale che lo determina. Gli antropologi che nell'Ottocento descrissero queste religioni, avanzarono l'idea che fossero i fenomeni naturali l'oggetto di adorazione, elementi centrali la cui influenza era tale da "far credere" all'uomo primitivo che tutto ciò che lo circonda fosse animato. Il concetto di animismo ha però aspetti teologici, che possono contenere visioni cosmologiche raffinate. I culti animisti, comunque, in genere prevedono l'esistenza di spiriti molto potenti, anche con possibili aspetti malvagi (che provocano disgrazie, catastrofi ambientali ecc.) o prevalentemente positivi (come la "madre" Terra, l'acqua dei fiumi, il sole ecc). Un esempio di culto animista è lo Shintoismo, religione di stato in Giappone: le divinità sono i kami (essenze o demoni), entità spirituali che sono fenomeni materiali e anche forze spirituali, elementi mistici, ma che non sono mai del tutto trascendenti.


Concezioni irreligiose e antireligiose

Agnosticismo
L'agnosticismo è la posizione di chi ritiene che non sia razionalmente dimostrabile né l'esistenza né l'inesistenza di Dio. Per quanto l'agnosticismo sia noto sin dall'antichità come atteggiamento legato allo scetticismo, il termine è stato coniato solo nel 1869 da Thomas Huxley e spiegato in Collected Essays.


Ateismo
L'ateismo è una posizione che non solo non prevede e non ammette l'adorazione di qualsiasi divinità ma ne nega in assoluto l'esistenza. Per l'ateo la realtà si dispiega esclusivamente nell'immanenza poiché non esiste alcuna trascendenza, e l'immanenza è costituita dalla materia in tutte le sue forme ed espressioni escludendo l'esistenza di qualsiasi forma della realtà di tipo spirituale o comunque non materiale. Nell'ateismo si riconoscono molte persone, ma soprattutto nel mondo industrializzato, mentre nel secondo e terzo mondo le fedi religiose sono dominanti, in varie forme, ma con la prevalenza dell'islamismo. Quando si parla di circa un miliardo di individui atei nel mondo si includono erroneamente gli agnostici e sarebbe perciò più esatto parlare di "increduli" nelle varie fedi storiche locali.

fonte: www.wikipedia.org
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